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Risarcimento incidente stradale convivente more uxorio: come funziona?

Il risarcimento del danno in caso di un sinistro stradale è un tema che risulta spesso complesso, e che può diventare ancora più complicato quando coinvolge due persone che condividono vita, abitazione e progetti ma non hanno formalizzato la loro unione in un matrimonio o in un’unione civile legalmente riconosciuta. In Italia, il diritto al risarcimento nei casi di incidente stradale è riconosciuto anche al cosiddetto convivente “more uxorio” (ovvero il o la partner non sposato che convive stabilmente), ma ci sono alcune specifiche da considerare. Vediamo quali.

Chi è il convivente more uxorio?

Prima di vedere in quali condizioni spetta il risarcimento per il conducente nei casi di sinistro stradale è importante capire cosa si intende con la locuzione latina “more uxorio”.

Questo termine, che significa letteralmente “secondo il costume (mōre) matrimoniale (uxōrio)” si riferisce a una convivenza stabile e duratura tra due persone unite da un legame affettivo in virtù del quale abbiano spontaneamente e volontariamente assunto reciproci impegni di assistenza morale e materiale.

Si tratta di tipo di rapporto ormai riconosciuto legalmente, che offre diversi diritti. Tra questi vi è il risarcimento in caso di incidente stradale, sebbene non vi sia un’equivalenza rispetto a quelli spettanti ai coniugi.

Quando il convivente ha diritto al risarcimento?

Il convivente more uxorio ha diritto al risarcimento dei danni riflessi al prossimo congiunto per un incidente stradale nel caso in cui quest’ultimo subisca gravissimi danni fisici a causa dell’incidente. Il passeggero (o “terzo trasportato”) che rimanga coinvolto in un sinistro, infatti, ha sempre diritto al risarcimento, salvo alcuni casi specifici stabiliti dalla sentenza n. 15982 della Corte di Cassazione del 7 giugno 2023.

Il diritto al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali è riconosciuto anche nel caso di morte del partner: la giurisprudenza, infatti, tende già da anni a riconoscere i diritti risarcitori al o alla convivente del defunto nei casi in cui emerga in maniera inconfutabile il rapporto di “familiarità” e comunione di vita.

Già la sentenza n. 23725 del 16/09/2008 della Corte di Cassazione aveva stabilito che il decesso di un componente della coppia a seguito di fatto illecito di terzi determina il diritto al risarcimento dei danni (patrimoniali e non) in capo al convivente superstite.

Con la sentenza n. 8801 del 28 marzo 2023 la Corte, ribaltando un precedente giudizio della Corte d’Appello, ha ribadito che il convivente more uxorio del defunto ha diritto al risarcimento sia del danno morale che di quello patrimoniale:

il diritto al risarcimento del danno da fatto illecito concretatosi in un evento mortale “va riconosciuto – con riguardo sia al danno morale sia a quello patrimoniale allorquando emerga la prova di uno stabile contributo economico apportato, in vita, dal defunto al danneggiato – anche al convivente more uxorio del defunto”.

Il convivente. quindi, può richiedere non solo un risarcimento per il dolore e la sofferenza causati dalla perdita del partner ma, se il convivente contribuiva al sostentamento economico della coppia, anche di quelli materiali, come compensazione per la perdita di tale supporto.

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Come richiedere il risarcimento per il convivente

Al fine di ottenere il risarcimento per un sinistro stradale, il convivente more uxorio deve innanzitutto dimostrare l’esistenza di un legame stabile e duraturo con la vittima attraverso (a titolo esemplificativo ma non esaustivo), un progetto di vita comune, l’esistenza di un conto corrente comune, la compartecipazione di ciascuno dei conviventi alle spese familiari, la prestazione di reciproca assistenza, la coabitazione.

A questo scopo, è fondamentale avere una documentazione che attesti la convivenza, come la residenza condivisa o altri documenti ufficiali. In alcuni casi, potrebbe essere necessario fornire come prove le testimonianze di amici o parenti che confermino la natura del rapporto.

Nel caso della sentenza della Corte di Cassazione già citata, ad esempio, alcuni elementi che hanno contribuito al riconoscimento economico a favore della donna che aveva subito la perdita del convivente erano stati individuati nella durata della convivenza, nello spostamento della residenza e del domicilio fiscale e nella delega a favore della donna a operare sul conto corrente del convivente. Questi fattori, ha chiarito la Corte, devono essere valutati “non atomisticamente ma nel loro insieme e l’uno per mezzo degli altri”.

Inoltre, tale tipologia di risarcimenti possono essere difficili da ottenere integralmente, perchè alcune voci di danno se non richieste, documentate e provate non saranno riconosciute seppur nel proprio diritto.

Vista la complessità della materia, è consigliabile quantomeno richiedere una consulenza ad uno studio legale specializzato in danni gravi oltre che nell’infortunistica stradale, per comprendere bene i propri diritti.
Inoltre, un valido supporto nella richiesta di risarcimento danni da chi è specializzato in lesioni gravi e danni da morte, può massimizzare la possibilità di accoglimento delle proprie richieste e conferire certezza di aver ottenuto il giusto risarcimento.

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