risarcimento incidente in moto

Risarcimento incidente stradale in moto: a chi spetta e come richiederlo

I sinistri che coinvolgono motoveicoli rappresentano una casistica particolare dell’infortunistica stradale, sia perché registrano tassi di mortalità e lesioni sensibilmente più elevati rispetto a quelli registrati tra gli automobilisti, ma anche perché l’iter risarcitorio in molti casi potrebbe risultare più complesso. Vediamo quando è possibile richiedere un risarcimento per un incidente in moto e come farlo.

Incidenti in moto: le cause più comuni

Spesso, la responsabilità degli incidenti che coinvolgono motoveicoli vengono attribuite di default al motociclista e a una sua presunta guida sconsiderata. Non sempre, però, questo è vero. Tra le cause più frequenti di incidenti che coinvolgono le moto, infatti, possono esserci anomalie della strada o condizioni derivanti da una mancata manutenzione – come scarso drenaggio dell’asfalto, dossi, buche, segnaletica insufficiente, presenza di oggetti su strada, bordo della strada franato – ma anche condizioni atmosferiche sfavorevoli o difetti del veicolo, oltre che alla guida di altri motociclisti o, più spesso, automobilisti.

Nonostante quello che si pensa, infatti, gran parte degli incidenti che coinvolgono le moto è causata dalla negligenza di chi è al volante di autoveicoli, che tagliano la strada alle moto o non danno la precedenza, non mantengono la distanza di sicurezza, aprono le portiere senza verificare che non ci siano altri veicoli in arrivo, non si rendono conto della presenza di un motociclista e “stringono” a destra, o valutano erroneamente la velocità del motociclo.

Su oltre 21.000 sinistri che nel 2022 hanno coinvolto moto e scooter in Italia, in quasi 9.000 casi erano coinvolte una moto e un’auto. Gli altri incidenti più comuni sono stati la fuoriuscita dalla strada (2.750) e la caduta dal veicolo (2.411).

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Incidenti in moto: cosa cambia rispetto all’auto?

Gli incidenti in moto hanno spesso esiti più seri rispetto a quelli che coinvolgono mezzi a
quattro ruote, con lesioni fisiche gravi e talvolta gravissime sia per il conducente che per il
passeggero trasportato, anche a velocità non elevate: fratture, lussazioni, ustioni,
danneggiamento del midollo spinale, paralisi, amputazioni, politrauma. Anche il rischio di
esiti fatali è più alto per chi viaggia in moto rispetto all’auto. Questo è dovuto a una serie di
fattori, tra cui:

  • Le moto non hanno portiere protette e tetto e non offrono alcuna protezione della testa, né
    cinture di sicurezza che possano tenere la spalla;
  • Le moto non dispongono di airbag;
  • Le moto non hanno zone deformabili, come un paraurti o altri sistemi incorporati per
    assorbire l’impatto;
    * All’impatto contro le strutture rigide del veicolo – che può pesare fino a 350 kg – può
    seguire il non meno pericoloso urto con la carreggiata.

A cambiare, però, non è solo il rischio di lesioni a seguito di un sinistro, ma anche la possibilità di ottenere un risarcimento per i danni subiti. Prendiamo il caso del conducente di un motoveicolo che arresti prontamente la corsa del proprio mezzo frenando bruscamente fino a finire a terra per evitare l’impatto con un mezzo che non gli ha dato la precedenza (salvandosi in molti casi la vita): in assenza di urto tra i veicoli e in mancanza di ammissione di responsabilità da parte dell’automobilista, il percorso risarcitorio diventa complesso.

Questo è dovuto anche al fatto che spesso negli incidenti che coinvolgono motoveicoli è più difficile stabilire la dinamica del sinistro. Generalmente, infatti, la posizione delle autovetture rimane statica dopo l’impatto, mentre le moto possono raggiungere lo stato di quiete anche a molti metri di distanza dal quello che viene definito “punto d’urto”, rendendo più difficile accertare le responsabilità. Spesso, la colpa del sinistro, o comunque una concorsualità, viene imputata all’alta velocità o allo stile di guida del motociclista, anche in casi in cui a determinare l’incidente sia stato l’altro veicolo.

Incidente in moto: cosa fare?

Se si rimane coinvolti in un incidente mentre si è alla guida di una moto, la prima cosa da fare è assicurarsi del proprio stato di salute, rimanendo fermi in attesa dei soccorsi (purché in sicurezza) in presenza di malessere o se non si riesce ad alzarsi.

È importante chiamare le forze dell’ordine, che potranno ricostruire e mettere a verbale la dinamica dell’incidente. In alternativa, è possibile compilare la constatazione amichevole (quello che conosciamo come “cid” e che già correttamente si chiama CAI) e denunciare il sinistro alla compagnia assicurativa. Per ricostruire la dinamica dell’incidente nel modo più accurato possibile e individuare le responsabilità, è importante documentare il luogo del sinistro scattando più foto e video possibili di ogni dettaglio, non solo dei veicoli coinvolti ma anche dell’ambiente circostante, delle condizioni del manto stradale eccetera.

Altrettanto importante è valutare la presenza di eventuali testimoni sulla scena, assicurandosi di raccogliere le loro dichiarazioni e le loro generalità. Se sulla scena del sinistro sono presenti le forze dell’ordine, è bene che nel loro verbale sia presente anche la testimonianza di chi ha assistito all’incidente.

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Incidente in moto: come chiedere il risarcimento?

In caso di gravi lesioni personali, chi ha subito il danno e/o il coniuge e i familiari possono avere diritto al risarcimento per:

  • Danni fisici temporanei e permanenti;
  • Morte del conducente o del passeggero;
  • Spese mediche sostenute e da sostenere;
  • Perdita reddituale;
  • Perdita di capacità di reddito futura;
  • Danno morale;
  • Danno esistenziale:
  • Disabilità mentale ed emotiva;
  • Danni estetici;
  • Perdita della propria autonomia.

Se l’incidente ha coinvolto un motociclista e un altro veicolo esiste la possibilità di accedere alla procedura di risarcimento diretto (o indennizzo diretto), ovvero richiedere i danni alla propria compagnia di assicurazione per ottenere il risarcimento di:

  • Danni al veicolo;
  • Danni alle cose trasportate di proprietà dell’assicurato o del conducente;
  • Danno alla persona subito dal conducente non responsabile, se si tratta di lesioni di
    lieve entità (entro cioè i 9 punti percentuali di invalidità).

Il risarcimento diretto non è disponibile in tutti i sinistri, ma è possibile accedervi in casi specifici che rispettino alcune condizioni:

  • L’incidente deve coinvolgere due veicoli a motore;
  • Deve essersi verificato un urto tra i veicoli (sono esclusi quindi i casi di sinistro da
    turbativa);
  • In presenza di danni alle persone coinvolte, l’entità deve essere lieve, ossia inferiore
    o uguale al 9% della invalidità permanente;
  • Il sinistro deve essere avvenuto in Italia, Repubblica di San Marino o Stato della Città
    del Vaticano;
  • I veicoli coinvolti devono essere immatricolati in Italia, identificati e assicurati;
  • Nel caso in cui il sinistro coinvolga un ciclomotore, questo deve risultare immatricolato dopo il 14 giugno 2006 (deve cioè possedere una targa conforme al D.P.R. n.153 del 2006);
  • Le polizze RCA dei veicoli coinvolti devono essere stipulate con compagnie che hanno aderito alla convenzione C.A.R.D. (convenzione tra assicuratori per il risarcimento diretto), incluse le assicurazioni estere che operano in Italia.

Tutte queste condizioni devono verificarsi contestualmente: se anche solo una sussiste, è necessario procedere con il risarcimento ordinario. Il risarcimento diretto non si applica nemmeno nel caso in cui uno dei veicoli coinvolti è una macchina agricola o un veicolo speciale, in un tamponamento a catena oppure in un incidente con una bicicletta o ancora con un’auto immatricolata all’estero oppure con un’auto non assicurata.

Se l’incidente in moto da cui sono derivati danni biologici o materiali si è verificato con un veicolo non assicurato o non identificato, è possibile avanzare una richiesta di risarcimento danni nei confronti del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, che interviene in sei ipotesi di incidente, sulla base della tipologia del veicolo:

  • Ipotesi A: Veicoli (o natanti) non identificati;
  • Ipotesi B: Veicoli (o natanti) non assicurati;
  • Ipotesi C: Veicoli (o natanti) assicurati con imprese poste in liquidazione coatta
    amministrativa;
  • Ipotesi D: Veicoli posti in circolazione contro la volontà del proprietario (ad esempio
    nel caso di furto del veicolo);
  • Ipotesi D bis: incidenti stradali causati da veicoli spediti in territorio italiano da un altro
    Stato dell’Unione Europea, dall’Islanda, dalla Norvegia e dal Lichtenstein. In questa
    circostanza, il sinistro deve essersi verificato entro i 30 giorni che intercorrono dalla
    data di accettazione della consegna del veicolo;
  • Ipotesi D ter: veicoli esteri con targa non corrispondente o non più corrispondente
    allo stesso veicolo.

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Il passeggero di una moto ha diritto al risarcimento?

Il passeggero, definito “terzo trasportato”, ha diritto al risarcimento nel caso di danni derivanti da un sinistro che lo vede coinvolto. Fa eccezione, come nel caso di incidenti che coinvolgono autoveicoli, il cosiddetto “caso fortuito”, ovvero gli eventi imprevedibili ed eccezionali che non dipendono dalla volontà di chi sta guidando.

Comunque è sempre bene formulare una corretta richiesta danni prima di inoltrarla alla compagnia di assicurazioni, oppure farsi assistere da un esperto del settore. Ciò perché commettere errori potrebbe compromettere del tutto o in parte l’esito del proprio risarcimento.

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